Perdoniamoci, bambini!
- zenzerando
- 27 apr 2015
- Tempo di lettura: 5 min

C’era una volta un bambino… O forse era una bambina? Non ha importanza perché, ognuno di noi, conosce almeno uno dei due fantastici protagonisti di questa storia meravigliosa anche se non ne ricorda affatto le sembianze. C’era, dunque, questa creatura, venuta al mondo per scelta, perché doveva intraprendere, esattamente nel momento e nel tempo in cui si trovava, un percorso speciale, un percorso strepitoso ed esaltante chiamato Vita. Questa creatura, pura e gioiosa come non se ne trovavano in nessuna parte del Creato, viveva felice, in un posto speciale, un posto luminoso, un posto bello, nel quale la Pace regnava sovrana, un posto felice, gioioso, un posto nel quale poteva giocare libera e beata, nel quale poteva ridere fino alle lacrime, nel quale non esistevano che Amore e Luce. Era felice, oh se era felice! La “Scintilla di Dio”, come si è soliti definire queste creature speciali, viveva in assoluta spensieratezza e si divertiva da matti, si divertiva con niente, bastava una carezza od un bacio ad allargare il suo Cuore e sul suo bel visetto di infante non mancava mai un bel sorriso carico di entusiasmo e di tenerezza. Mai. Un giorno, questo bimbo (o questa bimba, ma come già detto, se fosse un maschietto o una femminuccia, poco importa) iniziò a sentire al centro del proprio cuoricino, qualcosa che non aveva mai provato prima. All’inizio non ci fece troppo caso, giocare, correre spensierato e ridere era di gran lunga più importante per lui, non poteva certo perdere tempo prezioso a dar retta a quel piccolissimo pizzicore che sentiva dentro e che, tra l’altro, non capiva nemmeno! Con il passare del tempo, però, per quanto il nostro bimbo volesse far finta che non ci fosse, il pizzicorino si trasformò in un pizzicore, poi in un fastidio, poi in qualcosa che non riusciva più ad ignorare: sentiva un dolore proprio al centro del petto, un po’ più giù in verità, laddove inizia lo stomaco. Pensò che fosse solo affamato eppure si era nutrito a sufficienza, come sempre! Già, perché dovete sapere, che nel posto in cui si trovava questa creatura speciale, c’era tutto ciò di cui egli aveva bisogno, ogni sua necessità veniva presto soddisfatta, non c’era certo bisogno di cercare da mangiare! Allora cos’era? Aveva forse mangiato troppo? No, non era nemmeno questo il tipo di dolore che sentiva… Non aveva mai provato nulla di simile, niente che non fosse gioia o serenità, non sapeva proprio cosa pensare e come farlo passare! Non sapeva che aveva iniziato ad avere paura. Com’è possibile? Paura nel regno della Pace? Sì, perché nel frattempo, il bambino, aveva iniziato a crescere e crescendo, l’Altro, l’adulto che ora era diventato ma che ha percorso con la Creatura un bel pezzo di strada, si era dimenticato di lui. L’Altro, diventando grande, aveva lentamente ed inesorabilmente dimenticato il bambino felice che era stato un tempo e così aveva lasciato entrare nel suo Cuore la paura, il dolore, la frustrazione, la sofferenza, tutto ciò che un tempo non avrebbe mai immaginato esistesse. L’Altro aveva iniziato a maltrattarlo, non gli permetteva più di giocare, di essere felice, di ridere, non lo coccolava più e lui, in questo modo, aveva iniziato ad abbrutirsi, era diventato tutto sporco, i suoi vestiti, un tempo colorati e profumati, adesso erano tutti sdruciti e consunti, rovinati da ciò l’Altro aveva fatto entrare nel suo mondo magico. Soprattutto, iniziò a sperimentare una sensazione ancora più brutta, forse la più brutta che avesse mai sentito: iniziò a sentirsi in colpa. Per cosa? Non lo sapeva. Ma poi, cos’è la colpa? Non sapeva darsi una risposta, sapeva solo che con l’andare del tempo non era più felice e non faceva altro che condannarsi e giudicarsi in continuazione. E ora si trovava lì, raggomitolato in un cantuccio, con le ginocchia raccolte al petto a piangere per sé stesso ma soprattutto a provare pena per l’Altro che si era dimenticato di lui.
Eh lo so, adesso iniziate a ricordare, dico bene?
Chi è questo Altro, questo essere aberrante che potrebbe fare così tanto male ad un bambino? Chi potrebbe mai far soffrire una creatura indifesa in questo modo? “È solo una bella favola che finisce non proprio lietamente!” starete certamente pensando… Ma se pensate che ogni riferimento a cose o persone sia puramente casuale, state continuando ad ignorare la nuda realtà.
L’Altro sei tu. Siamo tutti noi. E tutti, tutti, abbiamo dimenticato la nostra creatura: il Bambino Interiore che vive dentro di NOI, che è nato con NOI e che NOI maltrattiamo giorno dopo giorno. Sempre. Adesso ricordate bene eh? Lo immaginavo. E fa un po’ male, giusto? Sapete perché facciamo tutto questo al nostro bambino interiore? Perché non ci amiamo abbastanza. Perché non ci riteniamo, per conseguenza, meritevoli di essere amati e rispettati. Perché ci sentiamo sempre inadeguati e sempre più colpevoli, sempre più spesso, senza capirne fino in fondo la ragione. Così, come se dovessimo sempre sentirci in colpa per qualcosa. E ci credo che il Bambino si nasconde in un cantuccio!!! I bambini “umani”, come reagiscono quando li sgridiamo? Si irrigidiscono, il loro sorriso lascia il posto allo spavento e si rifugiano in un angolo, spesso con i lacrimoni che sgorgano dai loro occhi innocenti. Questo è esattamente ciò che accade al nostro Bambino Interiore. Solo che, se accade a lui, la nostra intera esistenza è condizionata dalla paura, dal senso di frustrazione e dalla sofferenza. In base a chi e a che cosa non ci sentiamo mai abbastanza capaci, o belli, o fortunati? In base ai nostri schemi mentali che, nel tempo, abbiamo lasciato che si rafforzassero sempre di più centro di noi, dando loro la forza necessaria per farci vivere un’esistenza da esseri logicorazionalscettici per di più schiavi del senso di colpa. È finalmente arrivato il momento di tornare a NOI, letteralmente. È arrivato il momento di ricominciare ad abbracciare e coccolare il nostro Bambino Interiore affinché possa tornare a gioire come una volta. In altre parole, è arrivato il momento di fare quanto di più difficile possa fare un individuo per sé stesso: PER-DONARSI. Non è un caso il trattino… Analizziamo il termine: PER-DONO. “Il perdono è la cessazione del sentimento di risentimento nei confronti di un'altra persona; è quindi un gesto umanitario con cui, vincendo il rancore, si rinuncia a ogni forma di rivalsa di punizione o di vendetta nei confronti di un offensore. Per estensione ha il valore d'indulgenza verso le debolezze o le difficoltà altrui, oppure di commiserazione o di benevolenza”. È chiaro quanto questo sia importante in relazione alle altre persone? Io dono a te qualcosa… Ti porgo in dono la mia indulgenza, il mio Amore, la Luce. E, se questo gesto meraviglioso, nei confronti degli altri crea delle Energie di altissima frequenza, cosa pensate possa accadere perdonando totalmente noi stessi? Miracoli! Vogliamo imparare, d’ora in avanti, a perdonare la persona più importante in assoluto per noi stessi? Come pretendiamo di sviluppare ed attrarre intorno a noi l’Amore, se, per primi, non riusciamo ad amare e perdonare noi stessi? Siamo responsabili al 100% di ciò che ci accade, prendiamone atto… Ma senza fustigarci! Va tutto bene. Qui ed ora, tutto è giusto e perfetto così com’è ma, il primo vero ed autentico passo verso la guarigione è proprio questo, perdonare sé stessi per poter andare avanti nel processo di evoluzione. E amarsi. Incondizionatamente e profondamente, ringraziando la nostra Anima per ciò che è.
Stasera, prima di coricarci, facciamo un bel respiro profondo, rilassiamoci e, con l’occhio della mente, torniamo in quel posto in cui eravamo spensierati e felici. Andiamo a cercare quel bambino… Ripuliamolo ed abbracciamolo, e, infine, facciamolo ridere e giocare. Ci sarà talmente grato che farà in modo, sempre, di renderci persone felici e spensierate, baciate dall’Amore e dalla Serenità. Come ripulirci da tutto il male che abbiamo fatto a noi stessi? Visualizziamo quello che vi ho descritto finora, concentrandoci sul Bambino da rimettere in sesto… per il resto c’è…
Ma questa è un’altra storia!!!
A presto ;)
Zenzerina
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